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La malattia di Alzheimer e la forma più comune di demenza ed è caratterizzata da un progressivo deficit cognitivo. La patologia colpisce più di 40 milioni di persone nel mondo e si stima che nel 2050 la malattia di Alzheimer rappresenterà un’epidemia globale con più di 100 milioni di pazienti. In Italia la malattia affligge più di 1 milione di persone. L’Alzheimer ha una durata di 3-9 anni e al momento NON ESISTE ALCUNA CURA O TERAPIA IN GRADO DI INTERFERIRE CON IL DECORSO DELLA MALATTIA. Studi recenti hanno suggerito un ruolo dell’infiammazione e delle cellule del sistema immunitario nella patogenesi dell’Alzheimer, ma i processi infiammatori che promuovono il processo patologico sono ampiamente sconosciuti. Lo SCOPO PRINCIPALE del progetto è lo studio dei globuli bianchi del sangue, chiamati leucociti, nell’induzione del processo infiammatorio cerebrale e del deficit di memoria in Alzheimer. Mediante l’utilizzo di tecniche avanzate di microscopia, come per esempio la microscopia a due fotoni, verranno identificati nuovi meccanismi molecolari che controllano la migrazione dei leucociti attraverso la parete dei vasi sanguigni cerebrali all’interno del tessuto cerebrale e le interazioni tra i globuli bianchi e le cellule cerebrali (neuroni, microglia, astrociti). Questi studi porteranno all’identificazione di nuovi meccanismi molecolari implicati nel danno “infiammatorio” indotto dai globuli bianchi al sistema nervoso e nuovi potenziali approcci terapeutici in Alzheimer. I risultati generati dal progetto hanno il potenziale di essere rapidamente trasferiti in clinica, considerando che attualmente sono già in uso terapie anti-infiammatorie in grado di interferire con la funzione dei globuli bianchi e con la loro migrazione attraverso la parete dei vasi sanguigni. I risultati ottenuti potrebbero quindi portare all’identificazione di terapie già testate nell’uomo che potrebbero essere rapidamente trasferite anche a pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer.