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I tumori cerebrali rimangono uno dei gruppi di neoplasie con peggior prognosi. La sopravvivenza media a 5 anni dei pazienti affetti da Glioblastoma (GBM) è inferiore al 10%. Anche quando l’adozione di schemi terapeutici intensivi, come nel caso del Medulloblastoma (MB), consente di curare il 70-75% dei casi, il prezzo della guarigione è spesso elevato in termini di sequele tardive.

L’incapsulamento di molecole in particelle di dimensioni nanometriche (nanovettori) consente di migliorare le caratteristiche farmacologiche di un dato principio attivo. In particolare, la nanoformulazione dei chemioterapici permette di veicolarli selettivamente al sito tumorale con ricadute benefiche sugli effetti collaterali dovuti all’azione dei chemioterapici sui tessuti sani. Inoltre, l’incapsulamento limita la degradazione del principio attivo consentendo di ridurre la dose necessaria per il trattamento.

Scopo della mia ricerca è la messa a punto di una strategia terapeutica per il trattamento del GBM e del MB basata sull’uso di terapie convenzionali (radioterapia, chemioterapia) combinato alla somministrazione di nanovettori multifunzionali capaci di riconoscere in modo selettivo le cellule tumorali e veicolare molecole citotossiche in esse.